Leggende di Serravalle
La Buca delle Fate
dalle "Historie Fortebrazziane"
La Buca Delle Fate |
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La Storia Si narra che presso il passo di Serravalle esistesse un luogo magico chiamato "Buca delle Fate". Questo luogo esiste realmente ed è situato sotto il ponte dell'autostrada che scavalca la strada statale appena passato il valico venendo da Pistoia. Si credeva che esso non fosse che un resto di un braccio ora ostruito del camino vulcanico del monte di Monsummano quando nelle ere primordiali era un vulcano attivo, cosa non vera. I visitatori della grotta, prima della sua chiusura, raccontano che essa era molto grande all'ingresso, ma addentrandosi, dopo alcune decine di metri, si restringeva ad imbuto dove solo una persona molto magra poteva passare. Dall'altra parte di questa strettoia si apriva un'altra saletta che si inoltrava sempre più angusta all'interno del monte, fino a dove nessuno lo ha mai saputo. In paese si racconta che questa galleria fosse un passaggio segreto che portava fino al paese di Monsummano. Purtroppo non è rimasto niente delle piccole grotte che nel passato si favoleggiava fossero abitati da creature fatate, in particolare dopo la costruzione dell'autostrada, con la totale ostruzione dell'incavo con i detriti di scavo causati dai lavori del raddoppio del ponte autostradale. |
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e la
Leggenda.....
Nei tempi antichi la gente si muoveva prevalentemente a piedi o per i signori al massimo a cavallo. Le strade non erano come lo sono oggi: grandi, spaziose e veloci da percorrere,ma perlopiù erano sterrate e piene di buche, le poche vestigia delle importanti strade di grande comunicazioni rimaste di epoca romana ridotte in pessime condizioni. In questo stato era anche la via Clodia, importante via di comunicazione fra la pianura Pistoiese-Fiorentina ed il versante Tirrenico che passa proprio da Serravalle Pistoiese. Questa via, transitando per Serravalle, non seguiva il tracciato dell' attuale strada statale che tuttora collega Lucca con Pistoia, ma passava attraverso un borgo di case tuttora esistente posto poco sopra il fiume Nievole chiamato "la gabella" e da lì proseguiva su per una stretta via fino al paese arrivando alla porta della gabella, così denominata perchè chiunque di lì passasse doveva pagare una tassa di accesso chiamata gabella, riscossa da funzionari appositi, i gabellieri. La povera gente di passaggio, i viandanti, i pellegrini e gli eserciti nemici tuttavia necessitavano di trovare un percorso alternativo che gli permettesse di passare senza dover pagare tasse o restare nascosti alla vista dei Castellani, e l'unico modo era di trovare un percorso alternativo che aggirasse il paese di Serravalle. Questa via si inerpicava su un sentiero che grossomodo ripercorreva l'attuale strada statale che dal fiume Nievole porta fino al passo di Serravalle chiamato attualmente "l'Arco" e nel suo risalire il colle transitava proprio davanti alla Buca delle Fate. Normalmente, chi da lì vicino passava durante il giorno vedeva solo una specie di anfratto ricoperto dalla vegetazione e dai rovi e non prestava attenzione a niente che non fosse la strada dinnanzi a se. Eppure talvolta, nelle notti di luna piena o in particolari giornate nebbiose, all' approssimarsi delle prime luci dell'alba o del tramonto, in primavera o durante il solstizio d'estate, accadevano cose inspiegabili e misteriose....
Un suono d'arpa ed una dolce melodia d'un tratto si libravano nell'aria, lieve una voce di fanciulla cantava la sua canzone d'amore al creato, nuvole di lucciole avvolgendoli attiravano a sé l'attenzione dei viaggiatori in cammino per condurli là dove il canto si faceva sempre più soave ed armonioso....Ecco che improvvisamente appariva una ragazza bellissima venire incontro allo stupefatto visitatore, non sembrava neppure camminare ma avanzare sfiorando il terreno quasi ad accarezzarlo, e con il sorriso sulle labbra tendeva le sue mani invitando a seguirla verso la sua dimora. Nessuno poteva resistere ad un simile richiamo di tale pace e bellezza ed anche il cuore più duro veniva spezzato dalla grazia di una simile visione soprannaturale. Una tavola imbandita con mille delizie da assaporare contornata da una moltitudine di genti dallo strano aspetto, gioiose, invitavano l'ospite ad unirsi al banchetto degno della mensa di un Re; e tra danze e canti sembrava che la festa non dovesse mai finire. Numerose sono state le persone scomparse e non più trovate e quando qualcuno, riuscendo a rompere l'incantesimo che l'incatenava è tornato per raccontare di tale incredibile avventura occorsogli, spesso non veniva creduto ed era trattato da pazzo, ciarlatano e stolto. Nessuno voleva credere alle dicerie di questi folli che affermavano che quelli che non erano tornati non fossero morti ma passati di propria spontanea volontà attraverso quella strana grotta in un altro mondo, quello delle fate o fairy, come chiamavano se stessi gli abitanti di codeste fantastiche terre. Sfortunatamente, la popolazione di Serravalle, afflitta da guerre, pestilenze e varie sciagure smise di parlare di questo luogo magico e con il passar degli anni nessuno ricordava più se tali storie fossero chiacchiere o fatti realmente accaduti. Tutto si trasformò in storia da raccontare la sera a veglia per le case come usava una volta o come favola da narrare ai bambini prima di andare a letto per addormentarli e così è rimasto fino a poco tempo fà, quando la gente smise di parlarne del tutto.
Triste la storia delle fate di Serravalle, adesso rinchiuse sotto cumuli di detriti e cemento armato e dimenticate dalla maggior parte della popolazione, specie la più giovane che non crede più a niente di quello che era il tempo antico. Eppure, io che abito vicino a tale posto, in certe giornate particolari, specie nella tarda primavera, quando il traffico sull'autostrada è meno intenso e fra il passaggio di un auto ed un'altra c'è una pausa di qualche momento di silenzio, odo una musica ed un canto lieve, dolce ed ovattato che sale lungo la collina e culla il mio sonno, un qualcosa di magico che mi dà da pensare. E se tutto ciò fosse veramente accaduto davvero? Forse le fate non sono sparite del tutto ma aspettano solo il momento di poter tornare libere a donare sogni a chi da lì passerà......
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copyright: Daniele
Pedocchi
alias
" Warriorheart" e/o " Fortebraccio da Vinacciano"
Tutti i diritti su questa opera sono
riservati al suo autore
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